Lucidare un mobile

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Scrivo questo articolo per cercare di far comprendere, a chi fosse interessato, quanto impegno e quanto tempo richiedano la lucidatura a tampone (detta “alla francese”) di arredi lignei con vernice gommalacca.

Il buon restauratore, prima di lucidare un mobile, inizia col valutare le condizioni della verniciatura già esistente sul manufatto da restaurare. Dico questo perchè probabilmente se quest’ultima è semplicemente ingiallita e/o calata di luminosità per l’inevitabile deterioramento della gommalacca, probabilmente basterà spagliettare (con paglietta finissima 0000) le superfici con dell’olio paglierino, per permettere alla nuova lucidatura col tampone un adesione efficace e duratura.

La Gommalacca difatti è una resina organica secreta da un piccolo insetto, Tachardia lacca della famiglia della Cocciniglie. Questo insetto vive su una varietà di piante indigene del subcontinente indiano e regioni limitrofe. Per proteggersi, l’insetto produce una sostanza resinosa con la quale si crea una specie di scudo, di colore rosso violaceo scuro, chiamata LAC. Per lucidare i mobili le scaglie di gommalacca vanno sciolte (ci vogliono più di 6 ore…)in alcool etilico denaturato con una gradazione che va dai 94° ai 99°, ottenendo una vernice fluida e strata di color marrone/viola.

Le verniciature fatte con questa resina hanno per questo un inevitabile deterioramento, ma fortunatamente le sue caratteristiche chimico-fisiche permettono sempre di “riprendere la lucidatura” (come si dice in gergo!!) lavorando col tampone sulle superfici usurate.

Quando la verniciatura è troppo compromessa (per esempio sono presenti sbiancamenti o distaccamento di parti di vernice troppo estese) oppure si presenta sul manufatto una finitura non originale (vernici a solventi vari), consiglio di sverniciare l’arredo da restaurare in modo da ripartire, nel lucidarlo, da un legno grezzo e pulito (già ristuccato eventualmente).

La bellezza della vernice gommalacca sta nel rendere caldo e profondo l’effetto dei legni pregiati, riempendo i pori delle superfici lignee senza saturarne i colori.

Ed è proprio questo che determina il tempo necessario per una lucidatura luminosa quanto uno specchio: il riempimento dei pori. Per questo motivo si usa il tampone !!… perchè permette una stesura omogenea e veloce di piccoli strati di resina che si fissano con la rapida evaporazione dell’alcool. Si parte con una miscela densa, carica di gommalacca e con poco alcool (con l’obiettivo di riempire i pori il più velocemente possibile). Ci si prepara un tampone con una pezza preferibilmente di lino bianco (anche il cotone va bene, ma si sfilaccia più velocemente con l’uso) all’interno della quale vengono inseriti e richiusi pezzi di lana per creare una morbida palla con un ciuffo per poterla manovrare. Una volta imbevuto nella vernice e strizzato (non deve mai colare!!) si inizia a passare la parte morbida su tutte le superfici, seguendo la venatura del legno e alternando piccoli movimenti rotatori. Bisogna stare attenti a coprire tutti gli spazi senza ripassare più volte sulle parti appena verniciate per non creare una cosiddetta “bruciatura”, termine col quale si sottolinea che il tampone è ripassato troppo velocemente sulla gommalacca appena stesa, permettendo all’alcool di asportare via la vernice invece di applicarla.

Ogni 3-4 mani di miscela grassa è consigliabile fermarsi qualche ora, aspettare che l’alcool evapori bene e che la resina si consolidi. Per aumentare le proprietà di riempimento alcuni aggiungono un po’ di polvere di pietra pomice alla vernice iniziale di riempimento.Ogni volta che si ricomincia col tampone a stendere nuove mani di vernice è consigliabile levigare le superfici con carta abrasiva grana 400. La durata della fase di riempimento dipende soprattutto dall’essenza lignea da lucidare. Difatti i pori da riempire sono più grandi o più piccoli al variare delle specie. Alcune essenze, come il rovere per esempio, vengono lucidate “a poro aperto” (la superficie non è perfettamente liscia) proprio per la grandezza specifica dei pori di questa specie lignosa. Quando si otterrà una superficie perfettamente liscia ed omogenea, si potrà passare alla fase di lucidatura finale.

La vernice utilizzata ora sarà una miscela contenente più alcool, che andrà aumentando man mano che il mobile inizierà a brillare. L’ alcool difatti “brucerà” la resina presente rendendola luminosa con un effetto a specchio. La delicatezza e l’attenzione con cui il restauratore utilizzerà il tampone saranno anch’essi determinanti per una buona lucidatura. Di solito per lucidare un mobile come un cassettone in noce ci vogliono circa una ventina di giorni (compresi quelli in cui il mobile riposa per permettere alla gommalacca di consolidarsi bene sulle superfici).